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Cistite: sintomi, cause e rimedi

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La cistite è un’infiammazione che colpisce le pareti della vescica. Si tratta di un fenomeno molto comune: affligge tra il 25 ed il 35 per cento delle donne in età fertile ma non mancano i casi in cui siano colpite le bambine, le persone anziane e, anche se più raramente, gli uomini.
Di seguito le principali caratteristiche di questa infezione, i sintomi, le cause principali ed i possibili rimedi, anche naturali.

Sintomi

La maggior parte delle donne soffre di cistite più o meno una volta all’anno: è un disturbo che crea molto disagio ed imbarazzo e, se recidivo, può peggiorare anche la vita sociale.
I principali sintomi sono rappresentati dalla difficoltà di minzione, che si esprime in diversi modi a seconda del soggetto e del tipo di infezione, e la sensazione permanente di gonfiore alla vescica, che può dare luogo anche alla sensazione di pancia gonfia.
Il sintomo più diffuso è la necessità di urinare frequentemente nell’arco della giornata, a cui si accompagna spesso anche dolore o bruciore durante la minzione. Occorre inoltre eseguire uno sforzo maggiore per urinare, mentre si ha la sensazione di avere i muscoli contratti. In alcuni casi il dolore può permanere anche dopo aver urinato.
I sintomi dell’infezione sono riscontrabili anche nell’aspetto delle urine, che solitamente sono scure a causa della presenza di pus e di sangue: in questo caso si parla anche di cistite emorragica. L’odore dell’urina è inoltre più forte, sempre a causa dell’infezione batterica in atto.
Poiché si tratta di un disturbo di origine batterica, è possibile che cistite e febbre, in alcuni casi anche alta, compaiano insieme: in questo caso si parla di cistite acuta, ai cui sintomi visti in precedenza si aggiungono anche brividi e, in alcuni casi, spasmi.

Cause e tipologie

Quali sono i batteri che possono contaminare la vescica? L’associazione più frequente è quella tra cistite batterica ed escherichia coli, responsabile dell’85% dei casi. Si tratta di un batterio presente all’interno delle feci e che, vista la conformazione fisica della donna, può entrare facilmente in contatto con l’uretra, e quindi risalire fino alla vescica. Proprio la conformazione fisica femminile, cioè la breve distanza tra ano e uretra, rende più frequente la comparsa dei sintomi nelle donne, a differenza dell’uretra maschile che entra raramente in contatto con le feci. La contaminazione è più frequente in caso di stipsi o diarrea, cioè in tutti quei casi in cui l’intestino è sottoposto a stress. La cistite da escherichia coli è frequente anche nelle bambine, in questo caso soprattutto a causa di manovre igieniche non corrette.

Se la cistite si manifesta dopo aver avuto rapporti sessuali il batterio responsabile può essere il klebsiella pneumonia. In questo caso la comparsa non è dovuta ad un contagio, come molte persone pensano, perché la cistite non è contagiosa: il batterio è già presente nella zona perianale femminile ed è in seguito ai rapporti sessuali, sia vaginali che anali, che effettua una più facile risalita batterica verso l’uretra, che è corta solo 4/5 centimetri. In questi casi si parla anche di “honeymoon cystitis” o “cistite da luna di miele”.
Un possibile rimedio alla cistite post coitale è urinare dopo il rapporto: in questo modo i batteri possono essere allontanati prima che provochino l’infiammazione.

Non è questo l’unico caso di cistite post coito: le cause sono talvolta da riportare ad un microtrauma all’uretra, frequente quando durante il rapporto sessuale vi è una scarsa lubrificazione; in questo caso si parla anche di cistite abatterica.

Spesso la cistite si manifesta insieme o a breve distanza dalla candida e ciò porta molte persone a chiedersi se esista una forma di cistite da candida. In realtà anche se le due patologie si manifestano in contemporanea, non sono una la causa dell’altra, o almeno il rapporto non è in stretta connessione causale. La candida è provocata da un fungo che, in alcuni casi (ad esempio indebolimento del sistema immunitario in seguito a cure antibiotiche) può proliferare e alterare la flora batterica dell’area uro-vaginale, creando le condizioni favorevoli all’attecchimento dei batteri della cistite. A loro volta le cure per la cistite a base di antibiotico possono determinare l’insorgenza della candida. Esiste quindi una situazione favorevole al manifestarsi di cistite e candida insieme.

Piccole correlazioni possono esservi anche tra cistite e ciclo, soprattutto nella fase che precede le mestruazioni: in questo caso il disturbo è dovuto alla maggiore secchezza vaginale e al conseguente attrito durante i rapporti, che può provocare i microtraumi che favoriscono l’insediamento di batteri. Si parla invece di cistite ormonale quando la stessa compare dopo la menopausa: in tal caso il ridotto livello di estrogeni porta ad una minore resistenza alle infezioni da parte dell’epitelio dei genitali.
Spesso, poi, si rileva una correlazione fra cistite e mal di reni, un disturbo a sua volta collegato al ciclo mestruale; d’altronde il male ai reni può essere anche sintomo di un aggravarsi dell’infezione che ha causato la cistite ed è quindi bene non sottovalutarlo e, soprattutto se associato a febbre, consultare il medico.

Questa infezione può infine colpire le donne in gravidanza, e ciò in seguito a diversi fattori: una maggiore compressione della vescica, dovuta alla crescita del feto; un aumento nella frequenza della minzione e la difficoltà di svuotamento della vescica, che favorisce il ristagno e la proliferazione batterica. Purtroppo la correlazione cistite e gravidanza è potenzialmente pericolosa e, se non trattata adeguatamente, può portare a conseguenze anche gravi come aborto, nascita di un bambino sottopeso o parto pre-termine. Al presentarsi della sintomatologia è quindi bene recarsi dal medico, e lo stesso va fatto fare nei casi di cistite durante l’allattamento, quando è fondamentale consultare uno specialista per capire quali farmaci assumere.

Tra le varie forme in cui può manifestarsi questa infezione c’è anche la cistite interstiziale, conosciuta anche come “sindrome del dolore pelvico” e causata da un’alterazione cellulare che colpisce le pareti della vescica: in questo caso vi sono delle lesioni all’epitelio che, a contatto con le urine acide, portano ad uno stimolo delle terminazioni nervose e di conseguenza a dolore. Può essere consigliato anche l’intervento chirurgico in quanto il dolore tende a diventare cronico.
Una forma particolare è la cistite attinica, o “da radioterapia”, che compare in seguito a cicli di terapie per la cura di tumori alla prostata, cervice, vescica e colon retto. È dovuta alla possibilità che si formino delle ulcere nei distretti colpiti dalla radioterapia e di conseguenza possa esservi una contaminazione batterica alla vescica. Allo stesso modo il disturbo può seguire anche le terapie che prevedono turp e cateteri a causa della possibile trasmissione dei batteri del genere Proteus (Proteus penneri, Proteus mirabilis e Proteus vulgaris).

Esistono infine alcune teorie che ritengono la cistite una malattia psicosomatica, per cui la frequente necessità di urinare sarebbe l’equivalente delle lacrime che si vorrebbero versare a causa di un disagio psicologico. Il bisogno di mingere sarebbe la conseguenza di una pressione psicologica costante, di stress e timori. Nel caso di cistite ricorrente la persona esprimerebbe aggressività, frustrazione e insoddisfazione sessuale. Per questa teoria la cistite rappresenterebbe quindi uno stato mentale.

Cure

Uno dei fattori che rendono la cistite particolarmente odiosa è il frequente caso di recidiva: proprio per questo è necessario curarla bene e in seguito prevenirla, anche attraverso una corretta alimentazione.
Ma quali sono le cure specifiche?
Prima di tutto la terapia antibiotica, che viene prescritta dal medico in base al batterio che ha causato l’infezione, individuabile attraverso un banale esame di urinocoltura.
Se in seguito alla cura antibiotica si avvertono ancora i sintomi è probabile che alcuni batteri siano sopravvissuti: in questo caso è possibile che il medico prescriva un secondo ciclo di terapia.
In alternativa, se non si vuole ricorrere agli antibiotici (per cui è necessaria la prescrizione medica), si può fare uso di integratori alimentari a base di frutti rossi, acquistabili in farmacia senza ricetta.
Oppure, per un sollievo immediato (ma non propriamente curativo) si può ricorrere a infusi o preparati naturali: per esempio dell’acqua oligominerale lasciata in infusione con del succo e della buccia di limone non trattato e bevuta a temperatura ambiente, anche a stomaco vuoto (in caso di cistite il limone è utile in quanto riporta il PH vaginale a livelli normali).
Un funzionamento simile si ha con il bicarbonato di sodio, la cui funzione è quella di rendere meno acide le urine e di conseguenza eliminare i batteri. Il bicarbonato può essere assunto per via orale dopo averlo sciolto nell’acqua ma è sconsigliato per coloro che soffrono di ipertensione o problemi cardiaci. In alternativa, il bicarbonato essere usato anche per l’igiene intima perché aiuta a creare un ambiente ostile alla proliferazione batterica: in questo caso si possono alternare i bidet con il bicarbonato a quelli alla camomilla, più delicata e meno irritante.

Cistite cronica

Nel caso in cui non si riescano a tenere sotto controllo i sintomi dell’infezione si parla di cistite cronica: in questo caso le recidive sono presenti almeno 6 volte nell’arco di un anno. Molti medici ritengono sia possibile curarla per mezzo di rimedi omeopatici. Questi sono diversi in base alla causa che ha generato l’infezione, ad esempio per la cistite post-rapporto si prescrive la Staphysagria, mentre per le infezioni croniche si preferisce la Chimaphila umbellata o la Equisetum. Un altro rimedio naturale per la cistite è l’Olio 31, miscela di 31 erbe officinali e altri ingredienti, tra cui timo, aglio, cannella, eucalipto, menta piperita e tea tree oil.

Alimentazione consigliata

È risaputo che per prevenire questo problema e velocizzarne la cura è necessario bere molto, circa 2 litri di acqua al giorno, anche se la tentazione è quella di evitare di bere in modo da avere una minore necessità di urinare.
Quale acqua è meglio bere? In realtà non vi sono differenze particolari, il consiglio è di bere acque con un residuo fisso inferiore a 50: si può leggere sull’etichetta l’indicazione con il simbolo <50. In alternativa all’acqua si può assumere, in caso di cistite, mirtillo rosso sotto forma di succo, che ha un effetto depurativo per le vie urinarie e impedisce ai batteri di attaccarsi alle pareti della vescica. Molto funzionale risulta anche il tè verde.
È consigliato non mangiare latte e latticini, perché possono inibire l’effetto dell’antibiotico. Sconsigliato anche il binomio cistite-zucchero, perché è uno dei cibi più amati da batteri e funghi, e ne aumenta quindi la proliferazione. Via libera invece all’associazione di cistite e yogurt in quanto, pur essendo un derivato del latte, contiene fermenti lattici vivi, che rafforzano le difese immunitarie. Tra i cibi da evitare sicuramente le fritture, le spezie e i cibi particolarmente grassi.
Queste regole alimentari diventano molto importanti nel caso in cui vi siano i sintomi di una cistite interstiziale che, non avendo origine batterica, non può trovare sollievo con le cure tradizionali, ma beneficia di una riduzione di acidità delle urine.