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Appendicite, scopriamo di più su questa patologia

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Si sente spesso parlare di appendicite, ma cos’è questo disturbo e perché compare?

L’appendicite: cos’è e a cosa serve

L’appendicite è un’infiammazione che colpisce un piccolo diverticolo presente nella parte terminale dell’intestino crasso: l’appendice epiploica, da cui anche il nome. Questa estroflessione è lunga circa 10 cm e ha un diametro di circa 6 mm.

A che serve l’appendice? In realtà non vi è unanimità circa l’importanza dell’appendice, infatti, una scuola di pensiero ritiene che nel primo anno di vita sia un importante presidio per il sistema immunitario, con il tempo invece perde tale funzione ed è spesso colpita da infezioni. C’è da sottolineare che in tale fascia d’età non si manifestano solitamente casi di appendicite.

Secondo altri studiosi, invece, tale tratto intestinale non ha una particolare funzione all’interno dell’organismo. In molti casi proprio per questo di preferisce intervenire subito chirurgicamente nel caso si infiammi. Può creare infatti molti problemi, in particolare se tale infiammazione è senza dolore e quindi non offre alcuno spunto d’allarme. In questi casi, infatti, può verificarsi una forma di appendicite fulminante.

Quando si infiamma

L’infiammazione dell’appendice colpisce raramente sotto i due anni, è invece frequente nei bambini al di sopra di tale età, mentre l’incidenza cala molto dopo i 30 anni, proprio per questo l’appendicite negli anziani è molto rara.

Inoltre l’appendicite ha un’incidenza maggiore nei Paesi industrializzati e nelle persone che hanno una vita sedentaria associata ad una dieta squilibrata. L’infiammazione dell’appendice è dovuta ad una proliferazione batterica causata da un’ostruzione interna, procurata, a sua volta, dal ristagno di cibo non digerito, feci, batteri, o muco. In questi casi l’appendicite si gonfia e diventa dolorante.

È bene sottolineare fin da subito che un’appendicite trascurata è molto pericolosa per la salute perché se perforata può portare ad un’infezione generalizzata dell’organismo in seguito alla diffusione di pus, si ha in questi casi un’appendicite purulenta. Un’altra causa dell’appendicite infiammata è rappresentata dall‘ipertrofia dei follicoli linfatici, che a loro volta aumentano a causa di un’infezione, ad esempio mononucleosi, morbillo o morbo di Chron.

L’approccio a tale patologia della Nuova Medicina Germanica individua delle ragioni diverse che scatenano l’infiammazione. La causa dell’appendicite per Hamer, medico che sostiene questa linea di pensiero, è dovuta infatti a rabbia non espressa.

Colon e appendice
L’appendicite è uno dei vari disturbi che può affliggere il nostro intestino.

Come si manifesta l’appendicite

La prima fase è quella dell’appendicite precoce: si manifesta con un leggero mal di pancia localizzato soprattutto nella zona dell’ombelico e che dura dalle 4 alle 6 ore. In questa fase l’ostruzione e l’infiammazione provocano la lacerazione della mucosa. Si parla anche di appendicite leggera. In questa fase inizia anche l’accumulo di muco all’interno del lume e proprio per questo si parla anche di appendicite catarrale.

La seconda fase è quella dell’appendicite suppurativa, in questa fase la pressione all’interno dell’appendice è superiore rispetto a quella dei vasi capillari, quindi il drenaggio è limitato, ciò favorisce la proliferazione batterica con conseguente infiammazione della parete dell’appendice.

La terza fase viene denominata appendicite perforata, in questo caso la continua ischemia a cui sono sottoposti i tessuti porta ad una perforazione dei tessuti dell’appendice e quindi vi è un’evoluzione della patologia e si ha appendicite e peritonite, cioè una contaminazione della cavità addominale con batteri fuoriusciti a causa di un’appendicite perforante.

La successiva fase viene definita di appendicite flemmonosa, in questo caso l’appendice si separa dall’intestino e si forma del pus. Si parla anche di appendicite rotta o di appendicite acuta flemmonosa.

Infine, può verificarsi l’appendicite gangrenosa con una vera e propria trombosi di arterie e vene all’interno dell’appendice. L’insufficiente afflusso di sangue porta, infatti, alla formazione della gangrena, cioè una necrosi dovuta alla decomposizione dei tessuti.

Forme particolari di appendicite

In medicina si suole parlare anche di appendicite cronica: si manifesta con un dolore nella parte bassa dell’addome, sulla destra. I sintomi sono dovuti ad un’infiammazione dell’appendice che può durare settimane, mesi o anni.

I sintomi nel tempo tendono a regredire per poi ritornare. In caso di appendicite cronica è possibile controllare la situazione con una dieta ricca di fibre e facendo normale attività fisica, in questo modo si favorisce la motilità intestinale e si evitano episodi di dolore acuto.

Tra i casi particolari inoltre è possibile individuare l’appendicite retrocecale, in questo caso l’appendice si trova localizzata dietro al tratto dell’intestino cieco e vi si attacca posteriormente, mentre normalmente si trova sotto. La sintomatologia dell’appendicite retrocecale è in parte divergente rispetto alla forma classica. I pazienti con tale particolare conformazione in caso di infiammazione lamentano anche dolore che si irradia fino alla fossa iliaca,

Appendicite primi sintomi

Dove fa male se si ha un’infiammazione dell’appendicite?

I sintomi dell’appendicite sono in primo luogo un dolore sordo nella zona dell’ombelico che solitamente tende ad estendersi nel basso addome a destra. Ovviamente il dolore si manifesta soprattutto in tale lato perché l’appendicite è a destra.

Con il passare del tempo e quindi con l’aumentare dell’infiammazione si ha anche perdita di appetito, nausea, vomito, febbre a 38-39 e pancia gonfia. Solo in alcuni casi si verifica la stitichezza e difficoltà nella minzione, il paziente, infatti, avverte l’esigenza di urinare spesso e la sensazione di non riuscire mai a svuotare del tutto la vescica.

Tra i sintomi è possibile notare anche il dolore alla schiena, il mal di testa e bruciore di stomaco.

È bene fare attenzione alla sintomatologia, tali disturbi, infatti, possono nascondere appendicite o colite, ovaio infiammato, una semplice ovulazione che comunque porta dei fastidi.

Ancora l’appendicite può essere confusa con aria formatasi nell’intestino, con aderenze intestinali, blocco intestinale, uretrite. Alla presenza quindi dei sintomi è bene rivolgersi al medico per avere una diagnosi.

L’appendicite nei bambini è più difficile da diagnosticare perché i sintomi possono essere confusi con quelli di una comune influenza. Un sintomo che però può portare a sospettare un’infiammazione dell’appendice può essere il dolore alla gamba destra che, a sua volta, porta il bambino ad assumere un’andatura claudicante, ciò avviene perché si irritano i muscoli che portano alla gamba.

Quali esami fare per una diagnosi

Le linee guida stabiliscono che per avere una corretta diagnosi è necessario sottoporsi a visita medica ed esami clinici. La prima cosa che il medico fa di solito è la palpazione dell’addome. Questa fase è molto importante perché può dare un’indicazione anche sull’urgenza del caso.

Si esegue la manovra di Rosving, in questo caso il medico esercita una pressione sul lato sinistro dell’addome, al rilascio il paziente avverte un dolore molto forte sul lato destro. Simile è la manovra Blumberg per la diagnosi di appendicite acuta.

Dopo questa prima fase vengono prescritti test delle urine ed esami del sangue. Tramite emocromo viene valutata la presenza di globuli bianchi, o leucociti, un valore elevato indica che l’organismo sta cercando di combattere un’appendicite virale. Dal punto di vista della diagnostica per immagini, viene prescritta l’esecuzione di un’ecografia e/o TAC.

Particolarmente difficile può essere l’appendicite in gravidanza, infatti, la presenza del feto porta ad uno spostamento del cieco e di conseguenza anche dell’appendice che ne rende difficile la diagnosi. Inoltre anche i sintomi come nausea e vomito possono essere simili. Alla diagnosi particolarmente difficile si associano anche i rischi dovuti ad un ritardo che spesso comporta danni al feto, soprattutto nel caso di appendicite perforata.

Cura dell’appendicite

Nel caso in cui venga diagnosticata un’infiammazione dell’appendice è necessario intervenire subito.

Se si tratta di appendicite lieve è possibile procedere con l’assunzione di farmaci, in particolare antibiotico e tachipirina per la febbre alta. In tutti gli altri casi la terapia non è indicata ed è necessario procedere all’operazione chirurgica.

Si esegue quindi un intervento di appendicectomia, anche chiamato più semplicemente asportazione dell’appendice. Questo intervento non ha particolari conseguenze in quanto, come detto prima, l’appendice non serve a nessuna particolare funzione.

Prima dell’intervento potrebbe essere consigliato l’uso di lassativi per migliorare la motilità intestinale.

L’intervento può essere eseguito con diverse tecniche. La tradizionale è l’appendicectomia a cielo aperto, in questo caso si pratica un piccolo taglio sull’addome e si procede all’estrazione, ovviamente resterà una piccola cicatrice che con il tempo, specialmente se l’intervento viene eseguito in tenera età, sarà sempre meno visibile.

Una tecnica oggi molto utilizzata è il trattamento dell’appendicite in laparoscopia. In tal caso si realizzano tre piccole incisioni di un centimetro che consentono di inserire il laparoscopio: un piccolo attrezzo dotato di una microcamera che invia immagini ad un monitor. Il chirurgo con questa tecnica riesce ad avere una perfetta visibilità dei tessuti e a procedere all’asportazione. La laparoscopia può essere poco adatta nei casi più gravi come nei casi di appendicite rotta.

L’appendicectomia viene eseguita in anestesia generale quindi il paziente durante l’intervento non avverte alcun dolore, mentre al risveglio possono essere presenti dei fastidi che, se di particolare tenore, possono essere alleviati con antidolorifici. L’intervento non comporta particolari rischi, solo raramente può verificarsi la lesione di qualche organo.

Quanto tempo in ospedale è necessario trascorrere? I tempi di recupero post operatorio sono abbastanza veloci, già il giorno successivo il paziente potrà ricominciare a mangiare anche se cibi leggeri e, se non vi sono particolari complicazioni, è possibile avere le dimissioni in un paio di giorni, quindi nella maggior parte dei casi la degenza è breve. L’intervento porta ad una completa guarigione.

In alcuni casi è possibile guarire senza operazione, tale fatto si verifica se trattasi di appendicite dovuta ad iperplasia linfoide oppure se l’appendicite è causata da un ammasso di feci e lo stesso viene eliminato spontaneamente dal lume intestinale.

Come prevenire l’appendicite

L’appendicite si può prevenire a tavola, quindi un’alimentazione sana ed equilibrata può aiutare ad evitare il dolore dovuto a questa patologia.

Ci sono, infatti, dei cibi che favoriscono l’infiammazione dell’appendice. La domanda che molti a questo punto si pongono è: cosa mangiare? Sotto accusa c’è l’uso di cibi eccessivamente raffinati e quindi poveri di scorie. È consigliato mangiare cibi ricchi di fibre come pane e pasta integrale, kiwi, pere, verdure ortaggi e legumi in genere.

È bene stare attenti anche alle cotture, devono essere preferite quelle povere di grassi e quindi cottura al forno, alla griglia, al vapore, oppure cibi lessati, mentre è sconsigliata la frittura. Deve essere limitato anche il consumo di grassi di origine animale come burro, lardo strutto, panna, da preferire, invece, l’olio extravergine di oliva che, oltre ad essere ricco di vitamine ed antiossidanti, favorisce la motilità intestinale.

Anche salumi e cibi eccessivamente speziati dovrebbero essere consumati con moderazione.

Per prevenire l’appendicite è molto importante la corretta funzionalità dell’intestino. Tra gli alimenti da evitare c’è il caffè e altre bevande che contengono caffeina, crostacei.

Tra i cibi da evitare, infine, ci sono i dolci in particolare quelli con una presenza eccessiva di zuccheri, tra cui il cioccolato, la crema spalmabile, bibite gassate.

Per evitare l’insorgenza di appendicite è consigliato anche fare movimento regolarmente in modo che sia più facile evacuare e quindi ci sia minore rischio di stipsi. Tra le attività sportive che si possono seguire, oltre alla classica camminata, c’è anche lo yoga.

Rimedi della nonna

Tra i rimedi della nonna che è possibile mettere in pratica per alleviare i fastidi dovuti all’appendicite, purché sia in forma lieve, è possibile usare l’aglio o lo zenzero, si tratta, infatti, di due antinfiammatori che possono alleviare i fastidi.

Per migliorare la funzionalità dell’intestino, invece si può usare l’olio di ricino.

Tra i consigli vi è ovviamente anche quello di bere molta acqua.