L’ernia iatale è un disturbo abbastanza frequente e che nella maggior parte dei casi non porta particolari complicazioni e spesso è asintomatica, non ci si accorge di avere questo disturbo e ci si convive senza saperlo. Quando si giunge invece ad una diagnosi da parte del medico il problema è risolvibile, nella maggior parte dei casi, tramite una semplice dieta.
Cos’è l’ernia iatale?
Si presenta l’ernia iatale quando una parte dello stomaco si sposta e passa nell’area superiore, cioè nell’area toracica.
Per capire come sia possibile è necessario iniziare dal diaframma: il muscolo che divide i polmoni dall’addome il cui compito è contrarsi quando si respira, in modo che l’aria possa arrivare ai polmoni. Lo stesso a sinistra contiene una piccola apertura nella quale passa l’esofago che a sua volta conduce il cibo dalla bocca allo stomaco. Proprio questa apertura in molte persone, le statistiche dicono 6 su 10, diventa più debole e si allarga consentendo così lo scivolamento che si è visto in precedenza.
Ci sono quattro tipi di ernia iatale
Ernia iatale tipo 1 o da scivolamento: è la più comune, in questo caso l’ernia può scivolare verso l’alto o verso il basso. Solitamente questa forma non ha sintomi e non crea particolari fastidi.
Ernia iatale tipo 2 o fissa: si ha quando una parte dello stomaco resta intrappolata nell’area toracica. Si tratta di un’evenienza rara, ma che può portare complicazioni. Questa tipologia è anche conosciuta come ernia iatale paraesofagea, l’ernia in questo caso potrebbe rimanere strozzata fino a compromettere il flusso sanguigno.
Ernia iatale tipo 3 o complicata: in questo caso, piuttosto raro a verificarsi, tutto lo stomaco arriva a formare un’ernia. La soluzione in questo caso può essere l’intervento chirurgico;
Ernia iatale di tipo 4: in questo caso sono presenti ernie anche in altri siti come colon e milza.
Quali sono i sintomi?
Nella maggior parte dei casi l’ernia iatale è asintomatica, in altri, invece, si presenta con fastidi più o meno importanti.
I sintomi sono riferibili al reflusso degli acidi verso l’esofago, quindi si può avere bocca amara, bruciore di stomaco, raucedine, lingua bianca, mancanza di appetito.
Il reflusso gastroesofageo, può essere accompagnato da ulcere e quindi sanguinamento dello stomaco che, a sua volta, può portare anemia e asma. Tali sintomi si verificano soprattutto nel caso di ernia iatale di tipo 2 o fissa.
L’ernia iatale se grande può dare difficoltà digestive, mentre nel caso di ernia iatale infiammata in modo cronico è possibile che si verifichi un restringimento tale da rendere difficoltosa la deglutizione con il conseguente passaggio del cibo nello stomaco.
Nel caso in cui vi siano delle complicazioni è possibile che durante il sonno le secrezioni dello stomaco possano filtrare nell’esofago e nei polmoni e causare tosse cronica, dispnea e in alcuni casi anche polmonite.
Alcuni pazienti lamentano anche mal di gola e la sensazione di avere un modo alla gola, con conseguente senso di soffocamento oppure una sensazione di panico, affanno, ansia, alitosi, vomito continuo e diarrea.
La risalita degli acidi può avere ulteriori conseguenze, ad esempio, denti rovinati a causa dell’erosione dello smalto, si consiglia di bere molto in modo da contrastare tale azione e utilizzare un dentifricio specifico per la protezione dello smalto. Inoltre non mancano casi in cui si presenta battito cardiaco irregolare, ed in particolare tachicardia, senso di pressione alla parte bassa del torace, eruttazione frequente e, infine, può dare dolore al petto.
Anche i neonati possono soffrire di reflusso gastroesofageo, in questo caso può trattarsi di un difetto congenito anche a carattere ereditario. I sintomi tipici del neonato prevedono singhiozzo, soffocamento, ruttini, rigurgito, insonnia.
Deve a questo punto essere sottolineato che nel caso in cui vi siano sintomi come la cattiva digestione o mal di stomaco non si deve pensare sempre e solo ad un problema di ernia, infatti alcuni disturbi possono essere sintomi cardiaci, ad esempio il dolore alla parte alta dello stomaco. Al contrario vi può anche essere ernia iatale senza reflusso.
Cause
Tra i fattori che possono determinare la comparsa dell’ernia iatale vi è l’obesità, proprio per questo di solito il primo consiglio del medico è dimagrire.
Può però comparire anche in seguito ad uno sforzo fisico importante, come ad esempio nel caso in cui si esegua un esercizio pesante in palestra come il sollevamento pesi, altre volte può essere anche uno sforzo “normale” come quando si soffre di stitichezza.
In terzo luogo può esservi un’apertura anomala del diaframma fin dalla nascita o una lesione della stessa.
Questo disturbo compare maggiormente dopo i 50 anni di età. L’ernia iatale in gravidanza è frequente soprattutto negli ultimi mesi, quando il feto ha raggiunto dimensioni piuttosto grandi e quindi vi è una pressione nella parte bassa dello stomaco che provoca lo scivolamento. In questi casi per il feto non vi sono particolari rischi.
Diagnosi
Quali esami fare per scoprire se si ha un’ernia iatale? Per avere una conferma dei sospetti è possibile sottoporsi ad una radiografia torace con mezzo di contrasto, in questo caso si usa il bario.
In alcuni casi il medico può ritenere opportuno procedere prima con un’ecografia, inoltre è possibile eseguire la misurazione del PH del contenuto esofageo.
Se il medico ritiene di dover acquisire maggiori informazioni sulla natura del problema è possibile che decida di sottoporre il paziente anche ad una gastroscopia o endoscopia dell’apparato digerente superiore. Tale esame consente di avere una visione perfetta delle pareti di esofago e stomaco attraverso l’uso di una microcamera che invia immagini ad un monitor.
Con questo esame è possibile anche prelevare piccole porzioni di tessuto al fine di sottoporle a biopsia.
Come si cura?
L’ernia iatale si cura soprattutto a tavola con una dieta idonea a limitare il reflusso gastroesofageo. In primo luogo è necessario mangiare in modo moderato, masticare bene e lentamente, lasciando passare almeno 2-3 ore tra il pasto e il momento in cui ci si corica, in questo modo la digestione è praticamente terminata e vi è minore rischio di reflusso durante il sonno.
È importante anche scegliere la giusta posizione a letto, tenendo la testa alzata di 20-30 cm, in questo modo la risalita degli acidi gastrici sarà evitata.
Può essere utile anche evitare di chinarsi fare esercizi addominali, scegliere piuttosto lo jogging, camminata veloce o nuoto, bicicletta, si tratta, infatti, di forme di allenamento che migliorano la circolazione del sangue e il processo digestivo.
Evitare anche abiti troppo stretti della zona dell’addome e cinture.
Per quanto riguarda la dieta è necessario in primo luogo evitare cibi e bevande eccessivamente caldi.

Cosa mangiare?
Tra gli alimenti che è consigliato mangiare vi sono il riso e la pasta, fette biscottate e grissini. Tra la frutta è bene preferire mele, banane che hanno un’efficacia protettiva sullo stomaco, consigliato anche il consumo di frutta come l’uva, ma anche fragola e pera. L’ananas e la papaia, invece, contengono enzimi digestivi che quindi evitano che il cibo resti non digerito a lungo.
- Per quanto riguarda il sale, è bene evitare dosi eccessive e preferire il sale iodato.
- Può essere consumato anche il pesce in quanto ricco di omega 3. Quale pesce mangiare? L’apporto di omega 3 è particolarmente elevato nel pesce azzurro come le sardine, aringa, sgombro, orata, branzino, acciuga, ma anche salmone, tonno, aragosta.
- È consigliato anche il latte di soia.
- Quali verdure mangiare? Tra le verdure devono essere preferite: zucca, broccoli, carote, patate, lattuga, cereali come crusca e farina d’avena. Tra i legumi è consigliato il consumo di lenticchie, ceci, fagioli, piselli.
- Le spezie sono importanti nella dieta perché aiutano a dare sapore, in caso di ernia iatale è bene preferire zenzero e zafferano.
- È consigliato il consumo di uova, in particolare a colazione è possibile sostituire il latte con uovo sbattuto con zucchero, senza esagerare le dosi.
- Tra gli alimenti da evitare ci sono quelli particolarmente grassi, da evitare quindi il latte intero, preferire, invece, quello scremato, da evitare anche burro, formaggi stagionati, latticini, panna, cioccolato, cibi piccanti, carne di maiale, fritti, insaccati, pomodoro, agrumi, tra cui in particolare il limone, liquirizia.
- Tra le sostanze da evitare vi è anche la caffeina, il fumo, le bevande gasate, vino bianco e aceto. Si tratta di cibi che costringono lo stomaco a produrre un eccesso di succhi gastrici.
Un altro consiglio che può alleviare i sintomi è quello di bere mezz’ora prima dei pasti e mezz’ora dopo i pasti, mentre si deve evitare di assumere liquidi durante i pasti. Ovviamente si deve bere acqua.
Tale dieta è consigliata anche nel caso in cui si soffra di gastrite, helicobacter pylori, meteorismo intestinale, colon irritabile, colite e stitichezza.
Trattamento dell’ernia iatale
Per alleviare i sintomi dell’ernia iatale è possibile assumere degli antiacidi, come il Gaviscon, questa categoria di farmaci aiuta a neutralizzarli, non devono però essere assunti contemporaneamente ad altri farmaci perché potrebbero inibirne il funzionamento.
La seconda categoria di farmaci che può essere prescritta sono gli alginati, questi creano un vero e proprio rivestimento delle pareti di stomaco ed esofago evitando così l’azione degli acidi. Gli alginati sono un’alternativa agli antiacidi.
Vi sono poi gli inibitori della pompa protonica il cui obiettivo è limitare la produzione di acidi gastrici, tra questi vi sono l’omeprazolo, lansoprazolo, rabeprazolo, esomeprazolo, e pantoprazolo. Questa categoria di farmaci in alcuni casi può avere degli effetti collaterali, infatti in alcune persone provoca diarrea, costipazione, nausea e mal di testa.
I fastidi dell’ernia iatale allo stomaco possono essere trattati anche con i procinetici, questo trattamento permette uno svuotamento più veloce dello stomaco e quindi una minore presenza di acidi.
Intervento chirurgico
La chirurgia per l’ernia iatale è consigliata ad una percentuale bassa di pazienti, 10-20%, infatti, in casi di ernia iatale non complicata basta qualche piccolo accorgimento per superare il fastidio ed evitare complicazioni.
Quando si deve operare? Deve essere operata in primo luogo nel caso in cui il paziente non risponda alla terapia farmacologica, in secondo luogo quando i farmaci al paziente danno effetti collaterali particolarmente pesanti.
Un’ulteriore ipotesi è quando la sintomatologia peggiora nonostante l’uso di farmaci. Si deve operare anche nel caso in cui il paziente manifesti sintomi che escono dall’orbita dell’apparato gastro-intestinale, ad esempio quando gli stessi sono simili all’angina pectoris o attacco di cuore, in presenza di esofago di Barrett, nel caso in cui ci sia una stenosi esofagea, cioè un’ernia iatale voluminosa che porta ad un restringimento del canale dell’esofago.
L’operazione viene eseguita in laparoscopia. In questo caso si praticano dei fori di pochi centimetri sull’addome e attraverso gli stessi il chirurgo inserisce gli strumenti chirurgici per intervenire. Si procede in diverse fasi, la prima è l’insufflazione dell’anidride carbonica in modo da provocare gonfiore dell’addome e avere una visione ottimale, si riposiziona la porzione dello stomaco scivolata verso l’esofago, si ripara lo iato diaframmatico e si crea, infine, una valvola antireflusso.
Un’altra opportunità è l’intervento endoscopico. In questo caso gli strumenti vengono inseriti attraverso la bocca e l’obiettivo è effettuare una plastica antireflusso.
Sebbene non si tratti di un problema particolarmente pericoloso, è bene non sottovalutarlo perché un’ernia iatale non curata, può portare complicazioni, tra queste la più pericolosa è l’esofago di Barrett, in questo caso vi è un danneggiamento delle mucose dell’esofago che può degenerare in un tumore.
Cure naturali
Tra i rimedi della nonna per l’ernia iatale vi è la tisana a base di menta, questa preziosa erba, che migliora i processi digestivi, può essere utilizzata anche come condimento.
Tra gli antiacidi per antonomasia c’è il bicarbonato di sodio, ma il suo uso è consigliato solo nel caso in cui i sintomi siano sporadici, in quanto può portare ad un’alcanizzazione delle urine.