Molte persone si domandano se la stanchezza possa essere considerata una malattia. La risposta è sì. Esiste, infatti, un disturbo chiamato Sindrome da Stanchezza Cronicao da Fatica Cronica (detto CFS), caratterizzato, come dice il nome, da un senso di fatica cronica, persistente da almeno sei mesi, concomitante ad altri sintomi. Questa sindrome colpisce in modo particolare le donne, con una incidenza tra lo 0,4% e l’1%. Ma cerchiamo di capire le caratteristiche di questo disturbo, da cosa è causato e come si può trattare.
Caratteristiche della CFS
Chi è colpito da CFS si sente esaurito e stanchissimo, con enormi difficoltà a dedicarsi alle normali attività che la maggioranza delle persone svolge senza pensare, come ad esempio fare la doccia, vestirsi, pettinarsi, mangiare. Anche riposando e dormendo più delle canoniche 8-10 ore giornaliere, la stanchezza non scompare. Lo stato di esaurimento peggiora notevolmente se si pratica attività fisica, anche la più blanda come il camminare.

È una sindrome riconosciuta dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) come una vera e propria patologia debilitante, con effetti negativi anche dal punto di vista lavorativo e sociale. Difatti chi soffre di CFS, spesso arriva a rinunciare al lavoro, alla scuola e alle normali relazioni sociali, rifugiandosi, il più delle volte, in uno stato di abbandono associato a depressione.
Comparsa, sintomi e diagnosi
Questa patologia può comparire progressivamente o all’improvviso. Nel primo caso le persone si sentono mano a mano sempre più stanche nell’arco di alcune settimane o mesi; nel secondo caso il decorso è rapido e le persone si sentono improvvisamente stanchissime da un giorno all’altro. La CFS è caratterizzata da dolori muscolari e alle articolazioni senza infiammazione, cefalee, senso di debolezza, problemi di concentrazione, problemi di memoria, disturbi visivi, colon irritabile, insonnia, faringite o dolori alle ghiandole linfonodali cervicali e ascellari.
Questi sintomi, associati alla stanchezza, alla spossatezza non alleviata dal riposo e peggiorata da piccoli esercizi fisici, devono persistere da almeno sei mesi, affinché possa essere effettuata la diagnosi di CFS. Molti medici si avvalgono delle linee guida canadesi per la diagnosi della sindrome. Questa patologia può essere paragonata ad una sorta di influenza cronica che dura per anni e prende il nome di encefalomielite mialgica.

Cause della CFS
Per quanto riguarda le cause, non sono ancora note con certezza. In molti pazienti la CFS insorge dopo un’infezione, come il raffreddore, l’influenza intestale o il contagio da parte del virus Eptein–Barr (che causa la mononucleosi infettiva) o del virus dell’Herpes umano. In altri insorge come risposta a problemi del sistema immunitario, che risulta essere più debole in questi soggetti; o per effetto di squilibri ormonali a livello degli ormoni prodotti da ipotalamo, ipofisi e ghiandole surrenali.
Cure e strategie per la CFS
Infine passiamo alle cure più adeguate. Gli specialisti consigliano di ridurre lo stress, cercando strategie e provvedimenti per affaticarsi di meno e limitare lo stress emotivo. È suggerito prendersi varie pause giornaliere per rilassarsi, imparando anche a dire di no agli impegni. Il secondo suggerimento è quello di migliorare l’approccio al sonno, andando a dormire e svegliandosi ogni giorno alla stessa ora. Bisogna evitare anche caffeina, alcool e nicotina.
Un altro consiglio è tenere un diario delle attività, in cui registrare in che occasione ci si sente più stanchi. In questo modo si capirà quali attività vanno limitate e si acquisirà una maggiore regolarità nella gestione delle energie quotidiane. Infine, se il medico acconsente, ci si può sottoporre a massoterapia, agopuntura, sedute di chiropratica, yoga, stretching e provare l’autoipnosi.